venerdì 5 febbraio 2010

venerdì.

Se non mi concentro un po', tutto rischia di scorrere via dalla memoria come un vestito vecchio. E invece voglio ricordare questa mattinata qualunque. Mi sono svegliata di soprassalto alle 8.15. In ritardo, di corsa, trangugiando in piedi un Pan di Stelle e mezza tazzina di caffè freddo, gelido. La neve scendeva piano ma costante, nulla a che vedere, comunque, con la bufera del pomeriggio. Camminavo quasi con gli occhi chiusi, per il sonno. Il sonno mi accompagnava come un fantasma, come un mantello. Non ho incontrato nessuno. Tranne un tizio che camminava come una papera. Portava un cappello da Paperoga. Aveva il muso appuntito come un becco. L'ho soprannominato Raffaele.
Ascensore, reception, porta. Nome numero uno: Raffaele. Raffaele da Paperopoli!

E ora che sono qui a raccogliere i cocci della giornata. E ora che sono qui a ricominciare tutto daccapo. Vi auguro buon fine settimana. Vi auguro di riposare e svegliarvi lunedì mattina di buonumore.

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