giovedì 1 aprile 2010

pausa.

Anche se non so chi, come e perché può aver notato la pausa di questo blog, mi sento di dare una spiegazione.
Parto da una domanda? Come si presenta, fisicamente, una gabbia? Con tante sbarre messe una vicina all'altra di modo che l'animale non possa uscirne. Lo stesso vale per la prigione degli uomini. A un certo punto, guardate tutte vicine, queste piccole date sempre uguali mi hanno restituito proprio quel senso di "gabbia". Di grata. Di galera. La cosa non mi stupisce. Metaforicamente, è mia abitudine da sempre di finire (o tornare) in questa sorta di gabbie nella vita. Cercando di capire il perché, mi sono fatta mille domande su questo blog. Anzi una sola. Perché stava diventando un dovere. Tuttavia, è giusto - e a me piace - avere doveri. Anzi è doveroso :) Oltre che necessario e inevitabile. Il lavoro stesso lo è. E a me piace il lavoro, e questo lavoro in particolare. Vorrei a questo punto solo prendermi un po' di tempo per capire che fare di questo "progetto" chiamato dataentry. Ho sempre tanto bisogno di capire cosa sto facendo, e forse (!) sono un po' lenta e timorosa. In ogni caso, benché magari non gliene potrà importare molto a chicchessia, ho pensato fosse mio dovere spiegare. Ed ecco fatto. Ho spiegato. A presto!

sabato 27 marzo 2010

sabato.

Venerdì vuoto. Sabato pieno.

giovedì 25 marzo 2010

giovedì.

Come tradizione vuole, stamane esco senza colazione e senza ombrello. Sta diventando una malattia, cerco una cura! So ahimè che la medicina migliore sarebbe di andare a letto presto, come Proust. Ma chi è come Proust? Ineguagliabile in tutto. E quindi anche in queste inezie. Vabè. comunque eccomi lì sotto litri di acqua piovana e nessun ricordo di qualcosa chiamata "pettinatura" quando incontro lo sguardo di Cate. Una signora - l'ennesima - con i capelli viola*. Sulla sessantina, iperattiva, magrolina, occhialuta. Cate mi guarda come dire: "in effetti io ho l'ombrello e tu no". Ma senza canzonarmi, lo pensa e basta. Dopotutto, è la verità. Così cammino, cammino, anzi corro sotto il temporalino delle nove, e inserisco proprio Cate. Senza spiegazioni. Né più né meno di Cate-capelli-viola.

*(e poi mi chiedo: avrà a che fare con il popolo viola? No, perché le penso proprio tutte su questa strana moda "violet" delle signore di una certa età)

mercoledì 24 marzo 2010

mercoledì.

Inserisco Gino. Un signore alto e allampanato. Cammina ciondolando con i suoi occhialoni gialli. Chissà cosa vede da lassù.

martedì 23 marzo 2010

martedì.

Inserisco Karen. Per lei lo spazio tra un'azione meccanica e l'altra è pieno di pensieri e di vita. Ma questo non è sufficiente. Karen, lo vedo, ha bisogno di liberarsi da questo suo lavoro opprimente di fare le pulizie il martedì mattina nel condominio di Via xxx. Basta, Karen. Lo so che non hai avuto scelta. Lo so che è difficile. Ma c'è un margine entro il quale tu puoi cambiare la tua vita e migliorarla un po'. Ad esempio, ripensa a quella proposta che ti aveva fatto quella conoscente di lavorare in un negozio di fiori. Guadagneresti un po' meno, con un contratto deprimente. Ma è quello che ti piace fare o che ci sia avvicina di più. Dai Karen. Forza. Le composizioni di margherite e orchidee ti aspettano.

lunedì 22 marzo 2010

lunedì.

In questo lunedì blu, inserisco Danilo. Non mi dice assolutamente nulla.

Poi esco dal lavoro, cammino in fretta sotto la pioggerella londinese di Torino, ed eccolo lì: Danilo! Un uomo piccolo, bianco come il cielo di oggi, vestito di un verdino sbiadito, capelli, pochissimi, biondo chiaro, occhi gialli. Un po' inquietante, Danilo.

domenica 21 marzo 2010

domenica.

Di domenica si aprono gli occhi. Ed è tutto più chiaro.