sabato 27 marzo 2010

sabato.

Venerdì vuoto. Sabato pieno.

giovedì 25 marzo 2010

giovedì.

Come tradizione vuole, stamane esco senza colazione e senza ombrello. Sta diventando una malattia, cerco una cura! So ahimè che la medicina migliore sarebbe di andare a letto presto, come Proust. Ma chi è come Proust? Ineguagliabile in tutto. E quindi anche in queste inezie. Vabè. comunque eccomi lì sotto litri di acqua piovana e nessun ricordo di qualcosa chiamata "pettinatura" quando incontro lo sguardo di Cate. Una signora - l'ennesima - con i capelli viola*. Sulla sessantina, iperattiva, magrolina, occhialuta. Cate mi guarda come dire: "in effetti io ho l'ombrello e tu no". Ma senza canzonarmi, lo pensa e basta. Dopotutto, è la verità. Così cammino, cammino, anzi corro sotto il temporalino delle nove, e inserisco proprio Cate. Senza spiegazioni. Né più né meno di Cate-capelli-viola.

*(e poi mi chiedo: avrà a che fare con il popolo viola? No, perché le penso proprio tutte su questa strana moda "violet" delle signore di una certa età)

mercoledì 24 marzo 2010

mercoledì.

Inserisco Gino. Un signore alto e allampanato. Cammina ciondolando con i suoi occhialoni gialli. Chissà cosa vede da lassù.

martedì 23 marzo 2010

martedì.

Inserisco Karen. Per lei lo spazio tra un'azione meccanica e l'altra è pieno di pensieri e di vita. Ma questo non è sufficiente. Karen, lo vedo, ha bisogno di liberarsi da questo suo lavoro opprimente di fare le pulizie il martedì mattina nel condominio di Via xxx. Basta, Karen. Lo so che non hai avuto scelta. Lo so che è difficile. Ma c'è un margine entro il quale tu puoi cambiare la tua vita e migliorarla un po'. Ad esempio, ripensa a quella proposta che ti aveva fatto quella conoscente di lavorare in un negozio di fiori. Guadagneresti un po' meno, con un contratto deprimente. Ma è quello che ti piace fare o che ci sia avvicina di più. Dai Karen. Forza. Le composizioni di margherite e orchidee ti aspettano.

lunedì 22 marzo 2010

lunedì.

In questo lunedì blu, inserisco Danilo. Non mi dice assolutamente nulla.

Poi esco dal lavoro, cammino in fretta sotto la pioggerella londinese di Torino, ed eccolo lì: Danilo! Un uomo piccolo, bianco come il cielo di oggi, vestito di un verdino sbiadito, capelli, pochissimi, biondo chiaro, occhi gialli. Un po' inquietante, Danilo.

domenica 21 marzo 2010

domenica.

Di domenica si aprono gli occhi. Ed è tutto più chiaro.

sabato 20 marzo 2010

sabato.

Dormire, sognare, capire, temere, non-temere.

venerdì 19 marzo 2010

venerdì.

Adele cammina male con i tacchi, eppure li mette lo stesso. Ha lo zaino pesante di scuola, i collant neri velati e una capigliatura anni '80 tremenda. La guardo attraversare la strada. Lei invece guarda in basso. Se qualcuno altrettanto distratto la intercettasse in questo momento, si renderebbero protagonisti di un frontale umano molto cruento. Adele, penso io, cavoli, è venerdì, è il Casual Day, ci si veste anche un po' sportivi e non succede niente. Soprattutto per andare a scuola, stai così scomoda su quei tacchi. Ma forse la mia è tutta invidia per non saper veleggiare su quelle altezze ;)

Vabè, inserisco Adele e non ci penso più!

giovedì 18 marzo 2010

giovedì.

Questa mattina ho incrociato Fumiko e il suo fidanzato. Una coppia di giovanissimi ragazzi cinesi. Non più di diciotto anni. Sorridenti e ben vestiti. Lui con certi occhialoni enormi da nerd, lei con un giubbottino di pelle nero sopra i leggings e una maglietta rosa lunga fino a quasi le ginocchia. Sfogliavano una rivista. Lui fumava una sigaretta. Fumiko, invece, ironia della sorte, non fumava affatto. Poi li guardo meglio e mi accorgo che Fumiko è incinta! Quindi la inserisco nel PC e penso micro-mini-mamma-cinese!

mercoledì 17 marzo 2010

mercoledì.

Hmmm oggi ho inserito il nome Silvio.

Non posso aggiungere altro per via della par condicio. Abbiate pazienza.

;)

martedì 16 marzo 2010

martedì.

Il confine tra il sonno e la veglia alcuni giorni è labile. Oggi ad esempio. Quando mi sono addromentata? E quando svegliata? Tipica notte senza sogni, tipico giorno senza strappi. Bene.

Così mi sono diretta a inserire nel PC il nome Filomena. Cosa mi ricorda il nome Filomena? Niente, forse una bambina dell'asilo. Era molto vivace e piena di energie. Fin troppo, come si dice a Torino. Si muoveva come un furetto, a scatti, girava come una trottola, tutta spettinata. Mentre io, nel mio angolino...
Non che sia male starsene in un angolino. A patto, però, che si tratti soltanto di una pausa più o meno lunga prima del prossimo movimento. Giusto?

Good day. Sunshine.

lunedì 15 marzo 2010

lunedì.

Appena ho tirato su le persiane ho detto: guarda caso non nevica! Chiaramente stavo ancora dormendo. Ma in piedi. E così mi sono avviata verso il mio appassionante lunedì. Impossibile dire cosa ho sognato, ma di certo qualcosa di tranquillo, azzarderei divertente. Perché è raro che mi svegli proprio di buon umore. E invece oggi sì. Oh it's just a perfect day. E sono così contenta di trascorrere questa giornata con David. Intendo dire lo scrittore David Foster Wallace e il suo romanzo Infinite Jest. In questi giorni è la mia piccola "ossessione". Ma è bello avere ossessioni letterarie. Quindi non me ne pento. Né me ne vergogno. E la vita mi ricompensa offrendomi, davvero, realmente, la possibilità di inserire nel PC, guarda caso: David. Nome proprio di scrittore, maschile, singolare.

domenica 14 marzo 2010

domenica.

Ancora molto da fare.

sabato 13 marzo 2010

sabato.

Giornata di sole e pensieri sospesi nel cielo!

venerdì 12 marzo 2010

venerdì.

Credeteci o no. Oggi ho inserito il nome Acacia. Secondo Wikipedia, "ci sono approssimativamente 1300 specie di Acacia al mondo, di cui circa 960 originarie dell' Australia e le rimanenti diffuse nelle regioni calde e a clima tropicale di entrambi gli emisferi, in Africa, nel sud-est asiatico e nelle Americhe". E poi si scopre che è anche un nome di persona. E poi si scopre che c'è una certa analogia tra i fiori e persone. Il mio sogno, ad esempio, era quello di assomigliare a un giglio o a un'orchidea. Ma anche una rosa non mi dispiecerebbe. Anzi meglio una rosa con un po' di spine. Inizio a pensare che sia normale tirare fuori qualche spina. Dai che ce la faccio anche io a pungere un po' se mi si attacca.

giovedì 11 marzo 2010

giovedì.

Che giornate. Il tempo trascorre lento eppure scintillante di idee, di concetti nuovi. A volte nuovi modi di vedere vecchie persone. Ad esempio Enrico. Questo sconosciuto è un tizio che prende il caffè al bar tutte le mattine. Non ci avevo mai fatto caso, ma è un signore dallo sguardo intelligente. Universalmente, i valori, i pensieri e i sentimenti delle persone passano attraverso gli occhi. Così gli occhi di questo personaggio del bar esprimono intelligenza, comprensione. Legge il giornale, riflette. Per me è un onore inserire nel PC il nome di Enrico. E lo inserisco nella mia memoria, per ricordare tutti i giorni come si guarda il mondo.

mercoledì 10 marzo 2010

mercoledì.

Neve, per chi non lo sapesse, è anche un nome di persona. Neve di marzo. La vedo in ogni punto della città. Inserisco Neve nel PC. Immagazzino Neve su Neve. Fiocchi di neve ovunque. Ne scende così tanta che inizia anche a farmi un po' paura...

martedì 9 marzo 2010

martedì.

Paolo è lo sconosciuto che prende il pullman con scioltezza, la sua borsa da lavoro, gli occhiali, lo sguardo limpido di chi a casa lo aspetta una moglie brava e dei bambini a cui voler bene.

Lo guardo ammirata. Paolo, il nome di chi si è costruito qualcosa nella vita. Una famiglia, un lavoro. Questo è un nome da persone sicure e rassicuranti. Almeno è quello che capisco io osservando lui nel mio tragitto per il mio lavoro.

Inserisco Paolo nel PC con nonchalance, come lui scende dall'autobus alla sua fermata. Si direbbe già venerdì, a giudicare dal suo buonumore.

lunedì 8 marzo 2010

lunedì.

Mamma mia che lunedì. Mi sembra di dover uscire dal mio guscio di tartaruga. Dal mio guscio di lumaca. E riaffacciarmi al mondo. A dirla tutta mi costa fatica. Ma vedo che non sono la sola. Questa mattina ho incrociato lo sguardo di una palla rossa saltellante. Un donna piccola, ricoperta da un piumino rosso fuoco che le lasciava liberi solo gli occhi. A metà tra cappuccetto rosso e il Gabibbo. Sembrava stesse ancora dormendo in piedi. L'ho soprannominata Isolde. Inserendo Isolde nel PC, ho pensato: questo è un mondo pieno di gusci!

domenica 7 marzo 2010

domenica.

"I giardini di marzo si vestono di nuovi colori?" Mah. Oggi io vedo tutto bianco.

sabato 6 marzo 2010

sabato.

Sabato. Di Ian McEwan. E intanto riscopro il decaffeinato. Ne posso bere litri, senza farmi troppo del male!

venerdì 5 marzo 2010

venerdì.

Oggi ho inserito il nome Serena. Un nome cui non ho mai dato peso in vita mia. Senza una ragione, consideravo Serena un nome come tutti gli altri. Poi oggi ho visto passare per strada una ragazza e ho associato subito a lei il nome Serena. Camminava né veloce né lenta. Aveva la faccia rilassata ma attenta. Era curata ma non troppo. Dolce ma anche lucida e precisa. Certo. Serena. Vuol dire qualcosa. Andiamo a cercare su Wikipedia:

Serenità è il termine con cui si descrive la condizione emotiva individuale caratterizzata, a livello interiore ed esteriore, da tranquillità e calma non solo apparente, ma talmente profonda da non essere soggetta, nell'immediato, a trasformazioni di umore, a eccitazioni o perturbazioni tali da modificare significativamente questo stato di pace.

La serenità è una componente rilevante nel costituire il benessere emotivo dell'uomo; secondo alcune teorie essa è talmente rilevante da costituire la condizione necessaria e sufficiente per la felicità dell'essere umano.


giovedì 4 marzo 2010

giovedì.

Stamattina, in ritardo cronico, incrocio lo sguardo e l'anima di un vecchietto. Questo vecchietto, che ho soprannominato Giovanni, diceva ad alta voce: "Porca mi seria. Mi avete fatto venire qui da Torino per niente!". E subito ho pensato tra me e me: Bravo Giovanni, si faccia le sue ragioni! Ma poi il caffè di qualche minuto prima è entrato in circolo e ho realizzato che noi siamo già a Torino. E che Giovanni ahimé stava semplicemente delirando. Povero Giovanni. C'è tuttavia posto anche per lui nel pc e nella mia mente.

mercoledì 3 marzo 2010

mercoledì.

Oggi ho inserito il nome Clarissa. Questo nome - Clarissa - mi ricorda una tartarughina d'acqua dolce che tenevo in casa tanti anni fa. Alle elementari. Questa Clarissa era molto agguerrita e fisicamente forte. A differenza di Nerina, che è spirata too soon. Con Clarissa mi divertivo un sacco. Era una bestiolina vivace: vinceva sempre le gare di velocità nella vasca da bagno contro le altre tartarughe. E una volta è riuscita a spaventare a morte Cinzio - il mio povero gatto - fino a farlo scappare precipitando a peso morto giù dal tavolo della cucina.

martedì 2 marzo 2010

martedì.

C'è un tizio a un incrocio qui del mio quartiere che se ne sta tutto il giorno fermo a un semaforo. Ha in testa un cappello di lana nero e indossa un osceno cappotto senza pantaloni sotto. Credo porti anche le pantofole. Questa cosa delle pantofole mi ossessiona. Tra l'altro rientra anche in uno dei miei sogni ricorrenti, penso diffuso, cioè il fatto di uscire per strada in pantofole. Mi spaventa l'idea, mi dà un senso di mortificazione, di pena, di precarietà estrema. Così lui mi restituisce alla sola vista tutte queste sensazioni dolorose. In più si mostra allegro e batte le mani. Questo mi rattrista ancora di più. L'ho soprannominato Alfredo. Ho inserito il nome Alfredo. Nel PC e nella mia memoria. Mi dispiace per lui.

lunedì 1 marzo 2010

lunedì.

Ci sono i giorni in cui si è pieni di energie e pronti a tutto. Altri in cui io invece personalmente mi sento un cappotto vuoto senza la persona dentro. Oggi è uno di questi. Così questo cappotto fantasma si aggirava per la città e inseriva il nome: Alice. Ho conosciuto tante persone di nome Alice. Perciò non penso a una sola o due Alici. Penso a un mondo di Alici, in verità. Tutte le Alici che ho conosciuto (compresi i pesci azzurri) avevano e hanno ottime qualità. Non so se è un caso, ma più o meno tutte mi erano parse persone equilibrate e intelligenti. Come lei, le Alici che ho conosciuto, pur in un mondo pieno di cose strane e a volte insidie, hanno mantenuto una certa lucidità.