martedì 2 marzo 2010

martedì.

C'è un tizio a un incrocio qui del mio quartiere che se ne sta tutto il giorno fermo a un semaforo. Ha in testa un cappello di lana nero e indossa un osceno cappotto senza pantaloni sotto. Credo porti anche le pantofole. Questa cosa delle pantofole mi ossessiona. Tra l'altro rientra anche in uno dei miei sogni ricorrenti, penso diffuso, cioè il fatto di uscire per strada in pantofole. Mi spaventa l'idea, mi dà un senso di mortificazione, di pena, di precarietà estrema. Così lui mi restituisce alla sola vista tutte queste sensazioni dolorose. In più si mostra allegro e batte le mani. Questo mi rattrista ancora di più. L'ho soprannominato Alfredo. Ho inserito il nome Alfredo. Nel PC e nella mia memoria. Mi dispiace per lui.

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