martedì 23 febbraio 2010

martedì.

Ignazio è il nome che ho inserito stamane. Ed è il nome che ho pensato di attribuire anche a un tizio che si incontra spesso nel mio quartiere. Questo Ignazio si apposta ad ascoltare le altrui conversazioni. In alternativa: parla da solo. Capelli lunghi, schiena curva, cappotto grigio, occhiali tondi. Ignazio, poverino, è così brutto che bisogna concentrarsi un po' prima di guardarlo, per evitare lo spavento. Tuttavia, oggi pensavo a una cosa.
Pensavo che quelle sue parole in fila, solo all'apparenza prive di senso, assomigliavano a una specie di preghiera. L'eterna preghiera di Ignazio, il quotidiano, faticosissimo, intenso esercizio spirituale di Ignazio

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