mercoledì 3 febbraio 2010

mercoledì.

Ho una nuova sveglietta che mi ha regalato il mio fidanzato. Piccola, argentata, ovale. Mi piace molto. Solo che devo imparara ancora a conoscerla. Il suo squillo è delicato, sembra più un cinguettio. E così: non l'ho sentita! Alle 8.20, con un occhio solo aperto, mi sono scaraventata giù dal letto. La luce era quella di un giorno di primavera piena. I gradi invece quelli di un igloo. Ho salutato una famiglia di pinguini che faceva colazione con Pan di Stelle e latte biologico sul nostro tavolo. E sono uscita via fuori di casa. Ho preso il pullman. A digiuno, con due tazzine di caffè freddo in circolazione. Mi girava un po' la testa. Nel tragitto verso il lavoro ho incontrato una ragazza che vedo spesso nel quartiere. Non la conosco ma l'ho soprannominata Eleonora. Lei ha degli occhiali gialli e un cappotto rosso. Spinge una carrozzina. Immagino che quello che c'è dentro sia il suo bambino. Eleonora ha lo sguardo rivolto a un suo orizzonte lontano. Non ho ancora capito se è molto malinconica o molto felice. Penso la seconda ipotesi. Alla mia postazione sono arrivata un po' di corsa. Che coincidenza: il primo nome che ho inserito è stato proprio: Eleonora.

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