martedì 9 febbraio 2010

martedì.

Uscendo di casa, senza colazione, senza ombrello e la mia solita tazzina di caffè freddo in circolo, i microscopici fiocchi di neve mi picchiettavano sui capelli, sulla faccia, sulle scarpe. Oggi arranco un po' nella mia giornata ed è così perché ho inziato ad arrancare già dal mattino. Questo perché sono completamente immersa e inzuppata, come un frollino nel tè, dentro le mie meditazioni. Che stanno andando un po' oltre, ad esempio stamane mi interrogavo sul come mai sono così e non in un altro modo. Anzi, sul come mai non mi ero accortaprima di essere in un certo modo, e soprattutto sul come mai non ne avevo viste le cause, né calcolate minimamente le conseguenze.

E vabè: unica certezza di oggi è che il primo nome che ho inserito è stato: Chiara. Chiara, come una bimba che è appena nata, la figlia di una coppia di venditori del mercato. Mentre lui, il papà, sceglieva i broccoli e li infilava nel mio sacchetto, mi raccontava che questa Chiara, una settimana e due giorni, questa notte non ci ha pensato proprio ad addormentarsi perché, poverina, aveva il singhiozzo. hic hic. Così lui si è addormentato alle cinque e alle sei era già lì dietro il bancone. Ma ne vale la pena! Mi ha detto, e aveva gli occhi pieni di lacrime. Non certo per il freddo.

2 commenti:

  1. parlando con il papà di Chiara ho fatto un salto indietro di trent'anni
    gli ho segnalato questo blob
    ps: mi ha scalato l'euro
    ciao

    RispondiElimina
  2. eh già, mannaggia :)

    grazie mille!

    RispondiElimina