giovedì 25 marzo 2010

giovedì.

Come tradizione vuole, stamane esco senza colazione e senza ombrello. Sta diventando una malattia, cerco una cura! So ahimè che la medicina migliore sarebbe di andare a letto presto, come Proust. Ma chi è come Proust? Ineguagliabile in tutto. E quindi anche in queste inezie. Vabè. comunque eccomi lì sotto litri di acqua piovana e nessun ricordo di qualcosa chiamata "pettinatura" quando incontro lo sguardo di Cate. Una signora - l'ennesima - con i capelli viola*. Sulla sessantina, iperattiva, magrolina, occhialuta. Cate mi guarda come dire: "in effetti io ho l'ombrello e tu no". Ma senza canzonarmi, lo pensa e basta. Dopotutto, è la verità. Così cammino, cammino, anzi corro sotto il temporalino delle nove, e inserisco proprio Cate. Senza spiegazioni. Né più né meno di Cate-capelli-viola.

*(e poi mi chiedo: avrà a che fare con il popolo viola? No, perché le penso proprio tutte su questa strana moda "violet" delle signore di una certa età)

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